domenica 18 novembre 2012

Se un errore è un diritto

"Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere".
Dichiarazione universale dei diritti umani, 1948.
Un testo che tanto spesso viene dimenticato o, ancora peggio, strumentalizzato con metodi al limite dell'atroce. Già, perchè è facile parlare di diritti umani finchè quei diritti tutelano tanto noi quanto le persone che ci circondano: ma tanto facile non lo è più, dal momento in cui questi diritti danno a qualcun altro la piena facoltà di contrastare le idee che portiamo avanti così strenuamente - e a volte, permettetemelo, ciecamente.
Dico ciecamente, perchè nel contesto in cui siamo inevitabilmente abituati a vivere, ci ritroviamo sempre e comunque sotto una vera e propria pressione ideologica che tenta di interferire con la nostra libera capacità di pensiero. Sia chiaro, non sto sminuendo millenni di evoluzione solo per arrivare a dire che l'uomo non è in grado di pensare autonomamente: soltanto, vorrei far prendere atto di come in questi giorni, ma più in generale in qualsiasi epoca, possa risultare semplice farsi condizionare dalle idee altrui.
Ci ritroviamo a vivere in una società dove ormai la televisione va a braccetto col pane, all'ora di pranzo e all'ora di cena. Ci ritroviamo a vivere in una società dove un numero sconsiderato di giornali e testate di vario genere ci sommergono di un quantità disumana di informazioni, spesso contrastanti, fra le quali risulta difficile saper distinguere il vero dal verosimile. Ci ritroviamo a vivere in una società dove le poche informazioni che possiamo osare definire attendibili provengono dalla rete, all'interno della quale è comunque richiesta una notevole capacità di destreggiarsi per non annegare nell'oceano infinito di dati e notizie che circolano, dal senso più o meno compiuto.

venerdì 16 novembre 2012

E' ora di capire!

In questi giorni stiamo sentendo sempre più spesso parlare della riforma imposta dalle legge 953 ex Aprea, ma molti di noi non sanno veramente di cosa si tratti.
Questa legge (ex Aprea) ha già ricevuto lo scorso 10 ottobre, sotto un assoluto silenzio l’approvazione della maggioranza della settima commissione Cultura della Camera.
Quali cambiamenti reali comporta questa legge?
Ecco un elenco di alcuni dei punti fondamentali di questa riforma:

- La legge n.953 afferma che la scuola si adegua alle diverse realtà sociali ed economiche e quindi stabilisce delle disuguaglianze economiche e sociali nel Paese. Ci saranno perciò scuole con molte disponibilità e scuole marginali;

- Limita il ruolo degli insegnanti e rafforza il ruolo manageriale del Dirigente Scolastico;

- Prevede una scuola facilmente condizionabile da poteri esterni con contributi che possono essere anche finalizzati o addirittura con la presenza di esterni;

- Ribadisce il ruolo principale, superiore e verticistico del Ministro e degli strumenti di intervento
(INVALSI) con una limitazione della libertà di insegnamento (decisione del programma da eseguire
ecc.);

- Smantella il sistema scolastico statale e prevede un sistema di scuole comprensive e private;

- Delega al Ministro la normativa di attuazione, accentuando il carattere ministeriale della scuola;

- Delega alle Regioni la competenza ad educare la forma di partecipazione a livello territoriale
senza definire alcun principio;

- Configura una scuola che si avvale delle disuguaglianze.

martedì 13 novembre 2012

De Chirico occupato



Grande esempio di organizzazione e civiltà nella reazione del liceo romano al DDL 953


Sabato 10 novembre, mentre molti miei colleghi, ciceroniani e non, stavano facendo sentire la propria voce tra Piazza dell’Esquilino e Piazza Santi Apostoli, stavo raccogliendo testimonianze di come le scuole di Roma si fossero organizzate per reagire a questo scempio che il nostro governo vuole attuare contro il nostro futuro, contro il nostro presente e anche contro il nostro passato: infatti, non tutti sanno che un effetto collaterale del DDL 953 ex Aprea - parole che tutti gli studenti d’Italia hanno per fortuna imparato come la prima declinazione (non dico come l’Ave Maria perché credo ancora in una scuola pubblica e laica) - sarà quella di limitare il potere del corpo studentesco nelle decisioni scolastiche, arrivando ad eliminare una legge nazionale sul diritto all’assemblea, diritto che studenti poco più anziani dei nostri genitori hanno conquistato lottando pacificamente contro l’idea di una scuola totalitaria che ora ci si vuole riproporre. 
Sfruttando una mia amicizia con un ragazzo del Liceo artistico Argan (ex De Chirico) di Cinecittà, a Roma, sono riuscito ad entrare nella scuola occupata, così come il vicinissimo Istituto di ragioneria Verrazzano. Ai miei occhi si è presentato un manipolo di studenti pienamente organizzato e convinto a difendere i propri diritti. L’occupazione, che è stata votata a maggioranza in assemblea, è iniziata giovedì 8 novembre nella primissima mattina; un candidato alla rappresentanza d’istituto è riuscito facilmente ad ottenere il tacito assenso di preside e professori e la promessa di nessun intervento di sgombero dal capo della polizia di quartiere, questo anche perché la scuola sta attuando la terza occupazione in cinque anni e non sono mai stati arrecati danni all’edificio, anzi.

venerdì 9 novembre 2012

La storia di uno specchio: io.

Una frazione di secondo. Un istante. Un palpito. La mia consapevolezza di esistere si manifestava nel momento in cui il suo sguardo si posava sulla mia immagine.
Nessun altro era in grado di farmi sentire così. Quando i suoi occhi s'incontravano con i miei, sentivo la vita esplodermi nel petto. Uno sguardo che attraversava il mio, lo perforava con una forza tanto profonda da restituirmi quell'identità che così raramente riuscivo a percepire.
Conosceva a memoria ogni dettaglio del mio corpo; sapeva sorridermi con una dolcezza tale da lasciarmi ammutolita e sussurrarmi, talvolta, con voce quasi impercettibile le cose che aveva nel cuore. Sapevo di essere ciò che vedevo e ne avevo la conferma nel momento preciso in cui lei mi guardava. Ero preda di un entusiasmo quasi puerile quando i nostri sguardi s'incrociavano.
Eppure, pian piano, l’ho vista morire davanti ai miei occhi e sono morta con lei. L’ho accompagnata ogni giorno, ogni ora nel suo lento declino, nella follia più cieca e crudele che l’ha divorata. Mi ha uccisa uccidendosi. Ha riversato su di me un odio di cui non la credevo capace, accusandomi di essere responsabile del suo dolore, di farla soffrire.
Io sono nata dal buio di una stanza e la luce di un neon mi ha permesso di prendere forma. Sulle sue labbra si è posato il mio primo sguardo. Rosse, sorridenti. Credo di aver iniziato ad amarla in quell’esatto momento, guardandola passare il rossetto sulle sue labbra perfette, la spazzola fra i
capelli. “Più mascara!” disse un giorno, fissandomi dritta negli occhi e, improvvisamente, seppi di esistere. Ma la mia vita si accende e si spegne come il neon della stanza dove io aspetto che torni. E sono ormai giorni, mesi forse che attendo e penso diessere morta. Ma non saprei definire la morte se non come l’assenza di lei, un non essere.