mercoledì 16 aprile 2014

Paura del futuro

Dopo davvero tanto tempo ritorno su queste pagine che mi diedero uno spazio molto importante per me e vorrei farlo con un articolo riguardante una di quelle emozioni, uno di quegli aspetti della vita (chiamatelo come volete) che più caratterizza noi giovani: la paura del futuro.
Le domande che ci poniamo sono tante: cosa sarò domani? Cosa riserva il mondo per me? Dove mi porteranno gli studi? Cosa sarà l'ambiente in cui viviamo domani?
Ognuna di esse pone alla sua base una tremenda insicurezza sia personale che, perdonate il termine, universale: noi, ragazzi giovani e in rampa di lancio, che avremmo la forza di spaccare il mondo a metà, abbiamo paura che il mondo spacchi noi.
Si sta diffondendo sempre più un'entomofobia, ma che non riguarda gli insetti, no.. quelli ormai fanno paura solo quando si va per prati a Pasquetta, ma riguardante il mondo stesso in cui viviamo, la grande casa che ci ospita: entomofobia è l'irrazionale paura dell'insetto, una fobia che permette ad un innocuo invertebrato di pochi millimetri di mettere in fuga "bestioni" di svariati centimetri e chili più grandi, come noi. Fobia che mi sento di accostare alla nostra crescente paura del domani perchè la nostra energia e la nostra forza sono, ora, migliaia di volte più grandi di quelle del domani, proprio con lo stesso rapporto altezza/peso tra noi e gli insetti.

E' proprio di questa voglia di stazionare nel comodo presente che vorrei parlare e dire la mia umile opinione: non dobbiamo essere sempre noi quelli che fuggono timorosi, non dobbiamo essere noi a fuggire davanti all'insignificante formichina che ci cammina sul piede, non dobbiamo essere noi a fuggire davanti alle nostre prospettive: il tempo non lascia scampo a nessuno, esso continuerà a scorrere indistintamente da come noi decidiamo di vivere.
Decideremo di essere forti e di prendere la vita per le palle, divenendo completi padroni di noi stessi e del nostro futuro? Il tempo continuerà a scorrere.
Decideremo di essere timorosi e bramanti di quella tranquillità che solo gli amici, la casa, la famiglia, le abitudini del presente sanno darci? Il tempo continuerà a scorrere.
Qualsiasi cosa succederà, noi continueremo a svegliarci la mattina e a dormire la sera, come un continuo ciclo, perchè il nostro corpo ed il "nostro" tempo continueranno a scorrere.

Siamo in continuo divenire, non possiamo fare nulla per fermare tutto ciò, ma possiamo fare TUTTO affinchè questo ciclo vitale quotidiano, affinchè ogni secondo non sia buttato nell'ansia del secondo prossimo, affinchè il tempo che scorre non sia nemico ma sia un fedele alleato in quella che sarà la nostra battaglia più grande: vivere. E farlo come vogliamo noi che sia.
Tutti possiamo farlo, dal più brutto (ne conosco tanti, tra cui me) al più bello, dal più basso (sempre nella categoria minore sto) al più alto, dal più stronzo (qua no, non mi ci ritrovo) al più buono. Tutti dovremmo farlo.

Vi parlo io, un ragazzo tanto determinato quanto affranto da questo tempo che scorra e da questo abbandono forzato del presente che la vita mi mette davanti: amo da morire questa mia quotidianità in questo ambiente, il piccolo Liceo classico-linguistico "Marco Tullio Cicerone"  di Frascati, con tutta la gente che vi è dentro, ma per questo dovrei vivere sempre in questa bella realtà non permettendo che il naturale prosieguo della mia vita si compia? Io dico di no.
E allora tutti quanti sentiamoci, ogni giorno, per quello che siamo: padroni di noi stessi, del nostro presente e del nostro futuro, perchè questo futuro è il presente di ogni domani.

Buona Pasqua a tutti.


Andrea Pietrangeli

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