giovedì 23 dicembre 2010

Brucia

E' una luce di fuoco
a distanze inumane,
che crea l'uomo e crea il tempo
e le vicende su cui si posa:
riflesso opaco dell'occhio mai aperto
di un osservatore instancabile.

E' una luce
che brucia l'anima:
divampa ardente, e divora
divora e consuma, in fiamme splendenti
sopra la tua testa
dove gli occhi arrivano e non vedono,
non comprendono il loro errore,
non comprendono
il loro essere antico
nel buio di cui non esiste coscienza.

Desiderio ancestrale del primo uomo
che posò lo sguardo sul cielo,
invidioso e confuso,
afflitto da una fama atavica
e morso da una forza mai spenta.

Non è la stessa luce, quella della città.
Non è l'opera di un uomo morto a rischiarare le notti.
Non è il velo di un ingegno nebuloso quello sui tetti.
Non è il rumore della vita che anima il buio.

Mille occhi fissano inconsapevoli
unici testimoni incuranti
di un mondo passato in un istante
di un freddo atroce e vuoto
di una storia esplosa in un atomo.

Brucia, questo infinito
e brucia di una luce irreale e già spenta.
Brucia nell'uomo che non l'afferra
e brucia nell'anima che si protende
invano
verso una vita che non le appartiene.

Andrea Cristiano, IIIE

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