martedì 31 dicembre 2013

Cicerone - "Un'occupazione alternativa"

Da fine settembre come anche negli anni passati, nei Castelli Romani e non solo, si è risvegliata la "primavera studentesca". Come di consueto il Liceo classico e linguistico Marco Tullio Cicerone ha provato a farsi sentire insieme ad altre scuole dei Castelli proponendo contro questa politica di continui tagli all'istruzione alla sanità, di sperpero del denaro pubblico, un'occupazione alternativa e, finalmente, ci è riuscito.


Noi studenti del Liceo Cicerone abbiamo riposto un'ultima speranza in questo atto cercando di farci sentire una volta per tutte dal governo italiano.
La mattina del 4 dicembre verso le ore 6.00, dopo aver svolto un sondaggio secondo il quale più della metà della scuola era favorevole a questa forma di protesta, una cinquantina di studenti si sono recati e barricati a scuola dando vita ad una vera e propria occupazione "alternativa" (così definita da una ragazza da noi intervistata). 
Ma perchè questo appellativo?
A noi piace definirla in questo modo perchè abbiamo creato un'autogestione dentro l'occupazione. Infatti un'assemblea si è riunita durante l'occupazione e tutti insieme hanno deciso di creare corsi, cineforum e progetti da fare durante il tempo trascorso nella scuola.
Ogni studente era occupato a fare qualcosa: c'era chi leggeva poesie, c'era chi dipingeva le ringhiere, c'era chi scartavetrava i muri e c'era anche chi proponeva film e cercava in tutti i modi di far partire e funzionare il videoproiettore. 

Nei giorni a seguire il numero degli occupanti è salito a 220 studenti tra favorevoli e non a questa forma di protesta. Durante uno dei giorni d'occupazione è emerso che molti studenti che avevano votato contro l'occupazione, si sono comunque recati a scuola a sostenere i compagni e ad aiutarli a cambiare la nostra scuola e fare una vera e propria autogestione dentro l'occupazione.
Noi Ciceroniani occupanti consideriamo questo come un mezzo di protesta più visibile e forte, anche se illegale. Ogni singolo studente ha riflettuto sui problemi esistenti prima di prendere la propria decisione. I problemi sono molteplici e ve ne sono alcuni che valgono per tutte le scuole. Un problema comune è quello dei continui tagli che il governo fa alla scuola penalizzandola. Togliendo fondi alla scuola, essa non può continuare. Ogni scuola ha bisogno di laboratori, strumenti di studio e servizi, ma senza un fondo non è possibile avere e realizzare nulla. La protesta riguarda anche il futuro lavorativo di noi studenti che è messo a rischio da una classe dirigente distratta e disattenta alla nostra battaglia: così la ribellione investe anche la precarietà, la disoccupazione e gli stage non pagati. Il nostro futuro è anche messo a rischio dai tagli che questa classe fa alle università non dando così a molti studenti la possibilità di laurearsi e di frequentare le varie facoltà aumentando inoltre, la tassa di pagamento mettendo in difficoltà molte famiglie che a fatica riescono a mandare i propri figli all'università. Così facendo l'università italiana avrà molti meno iscritti e ci sarà un grande calo di laureati.
In molteplici slogan è presente la parola "futuro" che noi ragazzi leggiamo con grande incertezza. L'incertezza data dai numeri della disoccupazione giovanile che in appena dieci anni è quasi raddoppiata, gli studenti chiedono alle istituzioni anche borse di studio universitarie per tutti coloro che ne abbiano diritto  -  e non solo per il 66%  -  affitti meno cari per gli studenti fuorisede e l'abolizione del cosiddetto accesso programmato: il numero chiuso. Ma anche una politica che limiti le spese per i libri di testo alla scuola superiore, dove i primi due anni sono ormai obbligatori, e più fondi per gli istituti scolastici, balzando dal 23 al 41,2%.
Ma purtroppo i problemi non finiscono qui. Molti problemi dentro la nostra scuola ci hanno spinto ancor di più ad occupare: muri a pezzi, fili elettrici penzolanti, sedie rotte, finestre non sicure, mattonelle sul pavimento rialzate e rotte, e un problema di cui siamo venuti a conoscenza da poco è l'allarme antincendio attivato quando la scuola è vuota e disattivato quando la scuola è piena di studenti. La nostra palestra inoltre è stata inagibile per mesi e mesi a causa di delle finestre rotte e noi Ciceroniani abbiamo detto finalmente: basta.
Basta a stare tra fili elettrici penzolanti, laboratori inesistenti e inutili per il poco e inesistente materiale, basta anche a banchi rotti, finestre non sicure, rotte e polvere dappertutto.  Vogliamo una scuola nuova, una scuola sicura, senza problemi. Dobbiamo stare bene nella nostra seconda casa e noi studenti non stiamo affatto bene. 
      "Difendere i propri diritti non è una perdita di tempo." 
Questo è il nostro slogan e lo porteremo avanti finchè avremo forza e voce, perchè noi non ci arrendiamo e non ci arrenderemo. 


Veronica Da Dalt

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