6/12/2013
Terzo giorno di
un'occupazione che al Cicerone non si vedeva da dieci anni.
Le motivazioni purtroppo sono
sempre quelle: l'ingiustizia di una legge di stabilità che troppo ha tolto per
poter ridare in così minima parte, la continua mortificazione e penalizzazione
di una scuola pubblica che del tutto pubblica quasi non è più e soprattutto i
continui tagli a quelle università che saranno il futuro di molti di noi.
Non è la rassegnazione per un
futuro sempre più spesso compromesso però, ciò che si nota entrando dalle scale
antincendio del secondo piano del liceo classico frascatano.
L'organizzazione sta
progredendo giorno dopo giorno: l'“occupoint” all'ingresso ed il servizio
d'entrata, i volenterosi ragazzi del servizio d'ordine dotati di cartellino, le
accurate piante dell'edificio che forniscono tutte le dovute indicazioni anche
se sappiamo bene quanto difficile sia perdersi all'interno della nostra scuola
a misura di studente, il guardaroba e la dispensa ed i cartelli alle entrate
delle aule che contrassegnano i corsi contribuiscono a dimostrare l'accuratezza
dell'allestimento di un'autogestione completamente ciceroniana.
C'è chi viene e chi va,
quelli che frequentano corsi la mattina e quelli che invece restano per
rassettare il pomeriggio. Ci sono i temerari che dormono nell'edificio e quelli
che, pronti, tornano a scuola ogni mattina anche solo per dare una mano.
Molti vecchi ciceroniani
tornano a vedere come procede, con un po' di nostalgia nei confronti dei tempi
andati o più semplicemente orgogliosi dell'occupazione intelligente che il
liceo sta riuscendo a portare avanti.
Le critiche non mancano ma si
va avanti, migliorandosi con quelle costruttive ed ignorando quelle gratuite.
Affrontando i problemi si
cresce insieme, come stiamo facendo noi.
In questi giorni persone che
non si erano mai parlate prima hanno avuto modo di farlo: nessuna differenza
fra i “grandi” del triennio, i “piccoli” del biennio, i classicisti e i ragazzi
del linguistico.
Ci si aiuta come si può e si
sta insieme come fratelli e sorelle, a detta dei nostri invidiabili
rappresentanti. Chi ha bisogno di una mano nel verniciare trova subito dei
volenterosi, lo stesso per fare le pulizie e se cercate qualcosa non esitate a
chiedere ad uno degli addetti all'ordine: si farà in quattro pur avendo altro
da fare!
Per usare parole che ho
sentito dire oggi, il Cicerone sta diventando una collettività unita e coesa
che collabora per rendere al meglio in una situazione che di semplice ha
davvero poco.
Un riconoscimento ad ognuno
di noi per quello che abbiamo fatto in questi tre giorni e per quello che sono
certa faremo anche nei prossimi.
Il Cicerone c'è ed è più
forte che mai perché è a tutti gli effetti una grande famiglia!
Claudia Cesarini
Nessun commento:
Posta un commento