giovedì 7 giugno 2012

Core e pormoni


Core e pormoni, come si direbbe a Roma e perché no, nei nostri amati castelli: la formula perfetta, le due parole che riescono a sintetizzare tutta la grinta e tutta l’emozione di una giornata come quella del 7 giugno 2012.
Una partita giocata in campo e sugli spalti con la stessa intensità e la voglia di vincere, poi concretizzate in una vittoria che mancava da veramente troppi anni. Ci credevamo, fin dall’inizio, e non ci siamo mai sbagliati; nemmeno per un istante abbiamo dubitato dei nostri eroi e alla fine abbiamo dimostrato di saper essere più del semplice sostegno di una squadra, più di un mucchio di studenti urlanti a sostenere i propri compagni. Le parole sono poche.
Quella che trovo, per oggi, è una ed una soltanto: spettacolo.
 Era tanto che aspettavamo l’occasione e i nostri avversarsi contavano nella quinta vittoria consecutiva, nella manita a cui tanto aspiravano. Un coro, uno dei tanti di fine partita, ha reso la nostra ben chiara idea di dove quella manita dovesse andare a finire.
Ma al di là dello sfottò e delle urla c’era altro, c’era la voglia di farsi sentire e di farsi vedere come un grande gruppo unito. Sul campo si è sudato sangue, dagli spalti siamo usciti senza voce ma con tutta la forza di sostenere i nostri compagni vittoriosi.
Tanti erano quelli che definiremmo capi ultras per lo sforzo impiegato nell’organizzare una coreografia ed uno spettacolo d’eccezione e li ringraziamo, così come ringraziamo tutti, tutti, nessuno escluso.
Come dimenticare un Edoardo Giammarioli, che correva qua e là ad attaccare striscioni e ad incitare il pubblico; o un Alessandro Montesi indiavolato e coperto dei colori bianco e azzurro della nostra squadra; o soprattutto un Ludovico Oddi, con un animo infervorato cento minuti su novanta passati ad alzare cori e ad organizzare le coreografia?


Accesi ed esaltati come non mai, le nostre grida di urla hanno riempito l’aria di una forza semplicemente inimmaginabile, che a stento riesco a descrivere battendo le dita su una tastiera.
Il ricordo è ancora vivissimo; il caldo, gli applausi all’ingresso in campo, l’attività operosa e capillare nell’affiggere gli striscioni, le magliette stampate a formare un’unica parola: Cicerone.
Poi il fischio d’inizio e ci si accende subito.
Basta poco, solo qualche minuto, prima del vantaggio. Fallo subito poco lontano dall’area di rigore, sul pallone va Massacci e forse il portiere si stava ancora domandando da dove sia arrivata la palla mentre la tribuna esplodeva di gioia.
Purtroppo dura poco, ed il pareggio arriva nel giro di qualche minuto. Non è importante, ci sono ancora un sacco di minuti da giocare e tutti lo sanno.  Più di tutti lo sa Taraborelli, che regala nuovamente il vantaggio e manda ancora in estasi il pubblico festante, selvaggio.
Situazione stabile per un bel po’, fine primo e tempo e si va a riposo, Cicerone 2 – Touschek 1.
La ripresa è fulminea e di nuovo l’atmosfera si accende. Anche in questo caso basta poco, un guizzo di Sganga e la palla è ancora in rete. Allora esplodiamo, si sente tutta la grinta e la dannata voglia di riscattare un successo che è sempre più a portata di mano.
Cori più forti e alti che mai, con tutta l’energia che dalle gole schizza in aria e carica l’atmosfera di una magia potentissima.
Eppure si sa, per portare a casa i risultati non si può pensare di non soffrire: è una legge a cui non si scampa, ed a cui non siamo stati in grado di sottrarci mentre vedevamo gli avversari rimontare lentamente 3-2, sbagliare – forse volontariamente ma sul momento poco importa – un rigore piuttosto dubbio ed infine pareggiare. I tre fischi finali bloccano tutto, si va ai rigori. Facce sconsolate si scontrano con urli sempre più carichi di quella voglia di riscatto che è stata un po’ dentro tutti noi per un buon paio d’ore.
Capitan Maggiorelli passa a farci un saluto, diamo a tutta la squadra il nostro sostegno come se non l’avessimo mai fatto. La tensione è alta, palpabile. La si sente nell’aria insieme alle voci emozionate.
Partono loro. Lo stadio si paralizza per un istante mentre la palla spicca il volo, e poi esplode nuovamente in boati di eccitazione quando Pietrangeli blocca la sfera. Tocca a noi, va Sganga sicuro ed è rete.
“Manteniamo la calma” dicono alcuni, del resto ce ne sono ancora altri quattro da tirare. Di nuovo loro e stavolta è gol. “Coraggio, coraggio!”
Parte Massacci e la palla finisce sotto l’incrocio dei pali, un rigore perfetto. Cambio di portiere e Cicerone pronto a difendersi con le unghie e coi denti, e la seconda parata accende le speranze di una vittoria vicinissima.
Sta a noi adesso, non si può sbagliare. Sul dischetto c’è Botti: colpo sicuro e rete.
“Calma” dice ancora qualcuno, altri sono talmente pieni di ansia da scoppiare. “Pariamo questo e andiamo a casa, abbiamo vinto.”
Touschek al tiro, Pietrangeli ancora alla parata ed è il delirio.
E’ un liceo classico Marco Tullio Cicerone scatenato quello che si riversa addosso alle inferriate con una furia dirompente, vorremo scavalcare o travolgere tutto ed andare ad abbracciare i nostri ragazzi che impazzano qua e là per tutto il campo in preda ad una gioia incontenibile.
Poi, dico la verità, tanta era l’emozione e la commozione che non ci ho capito più niente.
Il ritorno a scuola è stato l’immagine della soddisfazione per una vittoria che mancava da anni e che è dedicata a tutti noi; l’accoglienza dei nostri eroi sul piazzale un esplosioni di colori e di striscioni, di abbracci e di complimenti, di sorrisi per chi impara appena adesso a conoscere cosa significa vivere la nostra scuola e di un velo di rammarico per chi sente lo stacco imminente.


Liceo Classico Marco Tullio Cicerone - Liceo Scientifico Bruno Touschek: 6 - 4 (D.C.R.)

Danilo Pellegrini: 7.5 - Prende tutte le palle che arrivano, ottimo nelle uscite. Sicurezza.
Giorgio Fondi: 8 - Con un crociato lesionato, erige un muro davanti l'area di rigore. Muro.
Damiano Gentilini: 8 - Incredibile, non gioca da un anno, ma è indiavolato, non ne lascia una. Ostico.
Enzo Carnevali: 7 - Un perno in difesa, ma sbaglia in attacco. Difensivista.
Marco Maggiorelli: 8.5 - Il capitano; fa tutto, piedi, testa, cuore. Indimenticabile.
Andrea Sganga: 8.5 - Impossibile togliergli palla, segna un gol stupendo. Fuoriclasse.
Emilio Faraglia: 7.5 - Il fiato è minore rispetto ai compagni di ruolo, ma ci mette una grinta decisiva. Medianaccio.
Francesco Botti: 9 - La sorpresa di questa partita. Veloce, tecnico, altruista. Un assist che vale un gol. Campioncino.
Francesco MassaccI 8.5 - La classe e la voglia sembrano non finire. Il portiere sta ancora cercando di capire che cazzo di punizione ha tirato. Genio.
Emanuele Taraborelli: 9 - Merita tutto il voto: segna e corre, tutti e 90 i minuti. E' un motorino. Instancabile.
Riccardo Ribelli: 8 - Entra e mette ordine in difesa. Gioca una partita di giuste. Fisico.
Valerio Bacci: 7 - Non ha molte occasioni, ma dimostra di non avere timore di fronte ad avversari molto più grandi. Coraggioso.
Luca Giansanti: 7 - Paga la lunga inattività, ma quando può fa valere la sua mole. Duro.
Andrea Pietrangeli: 9 - In porta intuisce e salta con velocità e sicurezza, l’eroe dei rigori. Saracinesca.
Daniele Sparagna: 8 - Paga l'emozione iniziale, ma ne esce con una prestazione da vero leader. Determinato.
 
Tifosi Cicerone: 10 - I veri vincitori di questa partita. Urlano per tutti e 90 i minuti, ridanno morale alla squadra dopo i gol subiti e la rendono invincibile con i loro cori. Grandiosi.
 
Andrea Cristiano, II E - Andrea Pietrangeli, I C



1 commento:

Anonimo ha detto...

Miticiiiii!!!!!!!! <3 :D