Grande esempio di
organizzazione e civiltà nella reazione del liceo romano al DDL 953
Sabato
10 novembre, mentre molti miei colleghi, ciceroniani e non, stavano facendo
sentire la propria voce tra Piazza dell’Esquilino e Piazza Santi Apostoli,
stavo raccogliendo testimonianze di come le scuole di Roma si fossero
organizzate per reagire a questo scempio che il nostro governo vuole attuare
contro il nostro futuro, contro il nostro presente e anche contro il nostro
passato: infatti, non tutti sanno che un effetto collaterale del DDL 953 ex
Aprea - parole che tutti gli studenti d’Italia hanno per fortuna imparato come
la prima declinazione (non dico come l’Ave Maria perché credo ancora in una
scuola pubblica e laica) - sarà quella di limitare il potere del corpo
studentesco nelle decisioni scolastiche, arrivando ad eliminare una legge
nazionale sul diritto all’assemblea, diritto che studenti poco più anziani dei
nostri genitori hanno conquistato lottando pacificamente contro l’idea di una scuola
totalitaria che ora ci si vuole riproporre.
Sfruttando una mia amicizia con un
ragazzo del Liceo artistico Argan (ex De Chirico) di Cinecittà, a Roma, sono
riuscito ad entrare nella scuola occupata, così come il vicinissimo Istituto di
ragioneria Verrazzano. Ai miei occhi si è presentato un manipolo di studenti
pienamente organizzato e convinto a difendere i propri diritti. L’occupazione,
che è stata votata a maggioranza in assemblea, è iniziata giovedì 8 novembre
nella primissima mattina; un candidato alla rappresentanza d’istituto è
riuscito facilmente ad ottenere il tacito assenso di preside e professori e la
promessa di nessun intervento di sgombero dal capo della polizia di quartiere,
questo anche perché la scuola sta attuando la terza occupazione in cinque anni
e non sono mai stati arrecati danni all’edificio, anzi.
Anzi perché gli studenti hanno dato e stanno dando nell’occupazione di questi giorni libero sfogo alla loro vocazione artistica e hanno ridipinto le pareti di aule e corridoi con grandi risultati. Ogni corridoio, ogni vano scale porta dipinte le tracce di vecchie occupazioni con un effetto visivo molto impressionante. In particolare, durante questi giorni Adriano, un ragazzo del quarto anno, ha ottenuto il permesso dai propri compagni di ridipingere egli stesso con l’aiuto di altri studenti volontari il corridoio e alcune aule del quarto piano con fantasie rosse e verdi (quelle che si possono notare nelle foto). In contemporanea si stanno organizzando corsi autogestiti come quello di pittura e il cineforum. Un altro gruppo di studenti sta inoltre riprendendo con una telecamera i momenti salienti di questa iniziativa al fine di testimoniare il proprio impegno civico in un documentario.
Anzi perché gli studenti hanno dato e stanno dando nell’occupazione di questi giorni libero sfogo alla loro vocazione artistica e hanno ridipinto le pareti di aule e corridoi con grandi risultati. Ogni corridoio, ogni vano scale porta dipinte le tracce di vecchie occupazioni con un effetto visivo molto impressionante. In particolare, durante questi giorni Adriano, un ragazzo del quarto anno, ha ottenuto il permesso dai propri compagni di ridipingere egli stesso con l’aiuto di altri studenti volontari il corridoio e alcune aule del quarto piano con fantasie rosse e verdi (quelle che si possono notare nelle foto). In contemporanea si stanno organizzando corsi autogestiti come quello di pittura e il cineforum. Un altro gruppo di studenti sta inoltre riprendendo con una telecamera i momenti salienti di questa iniziativa al fine di testimoniare il proprio impegno civico in un documentario.
Il servizio d’ordine si è preoccupato di monitorare uscite ed entrate di tutti: gli interni devono firmare ogni qual volta accedano all’edificio o lo abbandonino, gli esterni devono rilasciare un documento restituito poi all’uscita. Inoltre gli elementi che hanno causato problemi alla comunità studentesca sono stati pacificamente interdetti dal liceo. Se il giorno, parecchi studenti si affaccendano all’interno delle mura scolastiche discutendo film, decorando pareti, espletando particolari burocratici e impegnandosi in altre attività, la notte solo un piccolo gruppo di studenti appartenenti al servizio d’ordine rimane a sorvegliare la scuola, alla quale gli esterni possono accedere fino alle 8 di sera. In sintesi, sabato mi sono trovato di fronte un’occupazione utile prima di tutto, ma anche costruttiva e ben organizzata. Concludo dicendo che questo articolo non è affatto un invito all’occupazione del nostro Cicerone, anche perché secondo me occupare una scuola di nemmeno 500 persone fuori Roma non ha senso perché si crea poco disagio e si fa poca notizia e il giusto appoggio alla causa viene dato partecipando alle manifestazioni romane, ma un esempio di come solo l’unità, l’organizzazione e la voglia di combattere possano dare ottimi frutti.
Ludovico Oddi, IIC
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