giovedì 20 dicembre 2012

Natale nel mondo

Sarà forse a causa della crisi economica o della paura di viaggiare in aereo, ma non riusciamo quasi mai a visitare alcuni paesi, con tradizioni incredibili e piene di fascino.
Abbiamo pensato che non c’è niente di meglio di viaggiare con la fantasia, magari seduti sul divano, con una buona e calda cioccolata, senza particolari spese e senza correre alcun rischio, in Paesi che sotto il periodo natalizio sono pieni di magia. Buon viaggio!

Perché non cominciare da dove tutto ebbe inizio?
Benvenuti in Lapponia, Finlandia!

Il Natale per i finlandesi ha un significato molto, ma molto particolare, che va ben oltre le radici religiose cristiane. I finlandesi si preparano al Natale dal periodo del primo avvento. Durante tutto il periodo l’usanza è quella di passare lunghe ore in cucina per preparare dolci natalizi. Per le strade, tra tantissime decorazioni in genere composte da lana, paglia o truciolo di legno, si fanno largo venditori, anche improvvisati, di veri alberi di Natale.
Questi vengono decorati dalle famiglie finlandesi alla vigilia di Natale con frutta, canditi, cartoncini e bandierine di carta, oltre a piccole candeline usate
 per illuminare l’albero.
La tradizione più sentita è quella di decorare i giardini di casa con delle vaschette piene di grano, nocciole e semini, per dare da mangiare agli uccellini: succede, infatti, che finché gli uccellini non mangiano la cena loro offerta, le famiglie non iniziano a mangiare la loro cena di Natale.
Il pranzo di Natale comprende tantissimi dolci (che si distinguono in dolci guarniti con marmellata di prugna, e biscotti di ogni forma), prosciutto cotto cucinato a fuoco basso e del merluzzo bollito servito con vegetali e una crema in salsa.

Questa terra fredda è la culla del personaggio più amato
dai bambini di tutto il mondo, Babbo Natale. Babbo Natale inaugura ogni anno l’avvento del Natale, facendo la sua entrata ufficiale nella capitale (Helsinki), accompagnato da moglie, folletti e renne, sfilando per le strade della città, accendendone luci e ghirlande.
L’atmosfera dei festeggiamenti natalizi della Finlandia è ricca di luci e colori in ogni angolo del Paese, che risuona di cori con le voci angeliche dei bambini.

HYVAA JOULUA!

Seconda tappa: RUSSIA!

Durante il periodo comunista, nell’Unione Sovietica il Natale non era considerato una festività. Con il crollo dell’URSS anche in Russia il Natale è tornato ad essere una festa ufficiale; con la differenza, però, che qui viene celebrato il 7 gennaio poiché la chiesa ortodossa non ha mai adottato il calendario Gregoriano, conservando quello Giuliano che si trova in ritardo di tredici giorni rispetto al nostro. Quaranta giorni prima del Natale inizia un periodo di preghiera e di digiuno, che dura fino al
tramonto della Vigilia di Natale (il 6 gennaio). Durante l’inno che indica la conclusione del periodo del digiuno, al centro della chiesa viene portata l’icona del Natale, e con essa un cero, che simboleggia la stella cometa di Betlemme.
I doni vengono scambiati la notte del 31 dicembre, con un Babbo Natale tutto russo: Died Moroz (Nonno gelo) che porta i regali sotto l’albero di Natale, indossando una veste lunga o rossa o blu, con risvolti in pelliccia bianca, un cappuccio in testa, capelli lunghi, barba bianca e un bastone in mano. Si sposta a piedi, accompagnato dalla Babuschka (nonna). La cena del 31 dicembre riunisce le famiglie e gli amici più cari. Tra i piatti tradizionali, c’è l’insalata Oliv’jè (insalata russa) e di fondamentale importanza è il brindisi. Tutti i commensali sono infatti invitati a dire qualcosa: un augurio, un invito all’amore, un auspicio per il futuro, che ogni volta è diverso: può essere umoristico, sarcastico, toccante. A fine cena si inizia a ballare e si arriva al mattino, suonando una chitarra, con il rumore dei petardi scoppiati nella neve.

S ROGDESTBOM! (Buon Natale)

Terza tappa: AUSTRALIA!

Le tradizioni natalizie australiane ricalcano fedelmente la tradizione sassone. La particolarità del Natale australiano tuttavia è che, trovandosi nell’emisfero Australe, qui cade nel periodo estivo, benché si siano adottate, in tutto e per tutto le tradizioni europee invernali. Anche il pranzo di Natale è tipicamente invernale, nonostante sia spesso consumato sotto l’ombrellone. L’unica variante introdotta dagli australiani è la macedonia di frutta, che chiude il pranzo del 25 dicembre.
Sulla spiaggia è possibile incontrare un Babbo Natale in costume, cappello, barba e canoa, e anche qualche nuotatore con occhialini, barba e cappello o, perché no? un Babbo Natale su una tavola da surf con il suo sacco pieno di doni a sfidare le onde.
Le decorazioni natalizie australiane, sono veramente insolite: canguri e koala con il cappello da Babbo Natale e le sciarpe rosse. La cena di Natale riunisce la famiglia che accende, invece del tradizionale caminetto, un barbecue sulla spiaggia.
Il dolce tipico natalizio è il Pudding, preparato mescolando a turno l’impasto e
affidandogli a turno uno speciale desiderio. Nel Pudding si nascondono un ditale d’argento, una carta da gioco e una piccola moneta. Il ditale è di buon auspicio per la serenità dei coniugi, mentre gli altri due oggetti sono in grado di portare fortuna e ricchezza.

Anche i canti natalizi sono “australianizzati”, non si canta, infatti, Bianco Natale, ma “Santa va al Polo Sud” o ancora “Australiani facciamo il barbecue”…
Ma la particolarità del Natale estivo australiano non a tutti i residenti va bene, infatti alcuni australiani di origine tedesca si sono riuniti in un comitato che vorrebbe la formazione di un nuovo calendario per il Natale, proponendo di spostare le celebrazioni e le vacanze natalizie in giugno, durante la stagione invernale, per far vivere ai loro bambini la stessa atmosfera natalizia che essi, a loro volta, hanno
vissuto.

Merry Christmas! (Buon Natale)

Quarta tappa: IRLANDA!

Il Natale in Irlanda è molto più religioso che commerciale. Ciò nonostante il visitatore si sorprenderà nello scoprire una tradizione natalizia ricca di tipiche e curiose usanze. Molte delle tradizioni irlandesi provengono infatti da usanze di origine celtica e da riti pagani associati con il solstizio invernale. Tali tradizioni vennero poi adottate dal cristianesimo nel corso dei secoli.
I festeggiamenti natalizi iniziano alla vigilia del 25 dicembre, continuano per il Capodanno e terminano per l'Epifania, il 6 gennaio, che in Irlanda viene chiamata "Piccolo natale" o "Natale delle Donne". Una delle tradizioni più sentite del Natale irlandese è quella di accendere delle
candele rosse, decorate con il classico agrifoglio, nelle finestre delle case. Per tradizione la candela viene accesa dal membro più giovane della famiglia mentre dovrebbe venire spenta da qualcuno che porta lo stesso nome di Maria. Nel periodo dell'Avvento, nei primi giorni di dicembre, gli irlandesi si raccolgono
nelle preghiere religiose e nella riflessione spirituale. Le case vengono pulite e le mamme si preparano alla cucina natalizia. Per tradizione l'albero di Natale viene decorato il giorno della vigilia, o addirittura dopo la messa di mezzanotte. Il giorno di Natale, il 25 dicembre, viene speso tradizionalmente a casa con la famiglia. Dopo la prima messa del mattino, viene preparato il vero pranzo di Natale irlandese. Questo prevede in genere del prosciutto, l'oca stufata con mele e prugne,
oppure tacchino arrosto con salsa al mirtillo rosso, accompagnati da vegetali o da patate. Per il dolce, il Christmas pudding in Irlanda non si fa mai attendere. Le Mince Pie, ancora una volta, preparate per ogni membro della famiglia, completano il dessert natalizio irlandese.
Mille luci accendono le città, giganteschi alberi di Natale vengono messi presso gli edifici più monumentali,vengono messe numerose piste di pattinaggio sul ghiaccio, mercatini e luna park. Nell’isola di Achill (Isole Mayo) il 31 dicembre si celebra l'ultimo tramonto d'Europa.

NOLLAIG SHONA DHUIT! (Buon Natale in Gaelico Irlandese)

Quinta tappa: AFRICA!

In molti Paesi africani, la coesistenza di culture religiose diverse ha dato vita ad interessanti
incontri. Così, per Natale, le famiglie si riuniscono attorno agli anziani e tutti i conoscenti, senza far distinzioni tra i culti e sono invitati a partecipare alla cena della vigilia. In quella sera, vige infatti l'abitudine di lasciare aperto l'uscio di casa per far sì che chiunque si senta il benvenuto. La
tradizione vuole che ci si scambi regali, spesso consistenti in cibi sia crudi che cotti.
Ogni famiglia riceve ed offre molto più cibo di quanto in realtà se ne consumi, e questa abbondanza è considerata di buon augurio. Oltre ai doni alimentari, corre l'uso di donare vestiti, specie se i destinatari sono dei bambini. Nei giorni che precedono il Natale sono le ragazze che vanno di casa in casa, ballando e cantando accompagnate da tamburi. Le danze variano in base all' appartenenza etnica dei vari gruppi, come pure i canti, sempre composti nelle lingue locali. Dal 25 in avanti, invece, è la volta degli uomini di esibirsi lungo le strade. Con i volti coperti da grosse maschere di legno, raffigurano personaggi legati al costume locale. Si dividono in due gruppi: maschere danzanti, dall'aspetto umano, e maschere dall'aspetto più inquietante, temute da tutti e soprattutto dai bambini. Il presepe è una tradizione importata solo di recente,mentre l'albero è presente nelle celebrazioni natalizie africane già dai primi tempi.
Inutile però pensare al classico abete europeo... La decorazione più frequente, in casa come in chiesa, consiste in un intreccio di rami di palma, spesso disposti a
formare un arco, su cui vengono applicati dei grandi fiori bianchi che sbocciano sotto Natale. I fiori, bellissimi, non vengono coltivati; sono generalmente i bambini che, al mattino della vigilia, escono per raccoglierli. La sera della Vigilia si segue una grandiosa fiaccolata che ha luogo dopo la messa di mezzanotte e che è caratterizzata dai canti religiosi cristiani, quasi sempre in inglese. La notte trascorre in compagnia ino al mattino, quando si comincia ad allestire un pranzo abbondantissimo e le
famiglie si riuniscono per ammazzare un animale (un agnello, una capra, una pecora o almeno un pollo). I due ingredienti che non possono mancare al pasto principale del giorno di Natale sono la carne (cucinata in umido) ed il riso bianco.

GESEENDE KERSFEES! (Buon Natale)

Giulia Sellati, IVC
Veronica Da Dalt, IVC

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