lunedì 3 marzo 2014

La notte degli Oscar 2014!


Amici ciceroniani, oggi lascio la mia professione part-time di cronista sportivo per riassumere il mio ruolo di cinefilo e critico cinematografico. La scorsa notte si è tenuta a Los Angeles l’86° cerimonia dei premi Oscar e io, da bravo cinefilo quale affermo di essere, me la sono voluta vedere tutta in diretta (approfittando del fatto che mio padre mi aveva concesso di utilizzare il suo computer). Quest’anno erano in corsa moltissimi film interessanti, e soprattutto eravamo in corsa noi italiani con il capolavoro di Paolo Sorrentino “La grande bellezza”.
Non vi voglio elencare tutti i nominati nelle varie categorie soprattutto per evitare di annoiarvi, pertanto vi dirò solamente quali erano i 9 film in lizza per ottenere il premio come miglior film: “American Hustle”, “Captain Phillips”, “Dallas Buyers Club”, “Gravity”, “Lei”, “Nebraska”, “Philomena”, “12 anni schiavo” e “The Wolf of Wall Street”. I film che avevano ottenuto più nomination (10) erano “American Hustle” e “Gravity”, seguiti da “12 anni schiavo” (9 nomination).
Molte star erano presenti alla cerimonia, oltre ai vari attori nominati: c’erano numerose leggende del cinema, come Kim Novak, Sidney Poitier, Robert De Niro, Penélope Cruz, Bill Murray, Harrison Ford, Kevin Spacey, Samuel L. Jackson, Kerry Washington (in dolce attesa), Christoph Waltz, Anne Hathaway e il grande Daniel Day-Lewis. Ma la vera star della serata è stata la presentatrice Ellen DeGeneres (noi la conosciamo come la voce originale di Dory di “Alla ricerca di Nemo”): una donna più frizzante di una bottiglia di coca-cola, un vero peperino.
Il primo premio della serata è stato quello per il miglior attore non protagonista, assegnato a Jared Leto dei 30 seconds to Mars per il film “Dallas Buyers Club”, ruolo per il quale ha perso parecchi chili e si è applicato sul volto almeno sedici strati di cerone… Questa non è stata proprio una sorpresa: i bookmaker clandestini lo davano come vincitore sicuro. Dopodiché sono stati assegnati i premi per i migliori costumi e il miglior trucco: il primo è andato a “Il grande Gatsby” e il secondo è andato a “Dallas Buyers Club”. Altro premio scontato è stato assegnato a “Frozen” come miglior film d’animazione, così come scontato è stato il premio a “Gravity” per i migliori effetti speciali.
Pharrell Williams ha eseguito “Happy” dal film “Cattivissimo me 2”, nominata all’Oscar come miglior canzone, coinvolgendo tutti gli artisti nel teatro. Tutti si sono messi a ballare e cantare insieme a lui, e, se non fosse che erano le 3 di notte, mi sarei messo a cantare anche io… Kevin Spacey ha ricordato i quattro artisti che quest’anno hanno ricevuto gli Oscar alla carriera: Angela Lansbury, Steve Martin, il costumista Piero Tosi e Angelina Jolie, quest’ultima premiata con l’Oscar umanitario alla carriera per i suoi impegni in campo umanitario nell’UNHCR.
Alla fine tocca a noi, all’Italia: “La grande bellezza” vince il premio come miglior film straniero, dopo 15 anni che non vincevamo, da quando Benigni sfondò agli Oscar con “La vita è bella”. Paolo Sorrentino, salito sul palco per ritirare il premio, ringrazia i suoi artisti ispiratori: Federico Fellini, Martin Scorsese e Diego Armando Maradona… Ok, questo mi ha leggermente stupito… “Gravity” si aggiudica nel giro di pochi minuti i premi per il miglior sonoro e per il miglior montaggio sonoro. E subito dopo, tocca alla miglior attrice non protagonista: quest’anno ha vinto la bravissima Lupita Nyong’o per il film “12 anni schiavo”, un premio davvero meritato per un ruolo veramente complesso.
La cosa più divertente della serata è stata quando la presentatrice Ellen DeGeneres ha ordinato della pizza per tutti gli spettatori, arrivando pure a servirla a tutti (coadiuvata da Brad Pitt e da Tyler Perry) e si è fatta un selfie con Meryl Streep, Jennifer Lawrence, Brad Pitt, Angelina Jolie, Kevin Spacey, Jared Leto, Bradley Cooper e Julia Roberts. Guardate la foto sul web perché è davvero la figata più divertente che io abbia mai visto! Karen O ha poi eseguito “The Moon Song” dal film “Lei”, nominata anche questa all’Oscar come miglior canzone, veramente commovente e romantica…
Un’altra cosa molto carina è stato il tributo di Whoopi Goldberg a “Via col vento”, capolavoro del cinema mondiale, in occasione del suo 75° anniversario. E bravissima è stata P!nk ad eseguire la meravigliosa “Somewhere Over the Rainbow”, canzone che si aggiudicò l’Oscar nel lontano 1939.
“Gravity” fa poi manbassa di premi tecnici, aggiudicandosi anche il premio per la fotografia e per il montaggio, e “Il grande Gatsby” si è portato a casa anche il premio per la scenografia.
Il punto più commovente della serata è stato il tributo di Glenn Close e Bette Midler a tutti gli artisti che ci hanno lasciato nell’ultimo anno: Peter O’Toole, Philip Seymour Hoffman, Joan Fontaine, James Gandolfini, Shirley Temple, Maximilian Schell (che mi sono pure giocato al Fantamorto, mannaggia a me!), Harol Ramis, Paul Walker, Karen Black e altri. La cosa triste è stata però l’omissione (forse solamente nella diretta televisiva) di alcuni importanti nomi del cinema italiano, anche loro deceduti nell’ultimo anno, come Vincenzo Cerami, Carlo Lizzani o Luigi Magni.
Gli U2 eseguono “Ordinary Love” dal film “Mandela – Long Walk to Freedom”, nominata all’Oscar e da me considerata la favorita per questo premio. “Gravity” si becca pure il premio per la colonna sonora, e a questo punto potete immaginarvi la mia sorpresa: sta veramente vincendo tutto… L’ultima canzone nominata all’Oscar a essere eseguita è “Let It Go” da “Frozen”, eseguita da Idina Menzel. Io ero tutto convinto che avrebbero vinto gli U2, quindi potete immaginare la mia sorpresa (e anche il mio shock) quando proprio “Let It Go” ha vinto l’Oscar come miglior canzone. Vabbé…
Arriva il momento degli Oscar più importanti, cominciando con i premi per la sceneggiatura. “12 anni schiavo” vince il premio per la sceneggiatura non originale, e “Lei” vince quello per la sceneggiatura originale. Alfonso Cuarón vince il premio come miglior regista per “Gravity”. Così diventa il film ad aver vinto più Oscar durante questa serata (ben 7 Oscar!).
È scontata la vittoria da parte di Cate Blanchett come miglior attrice protagonista per “Blue Jasmine” di Woody Allen, perfetta nella parte di una donna alcolizzata, che rasenta veramente la follia. Sinceramente io facevo il tifo proprio per lei… Come miglior attore facevo il tifo per Leonardo DiCaprio in “The Wolf of Wall Street”, quindi potrete ben capire la mia leggerissima (e ripeto, è solo leggerissima) delusione, quando è stato Matthew McConaughey a vincere l’Oscar come miglior attore protagonista per “Dallas Buyers Club”. In effetti, non è stato affatto cattivo come attore: ha perso anche lui decine di chili per interpretare al meglio il suo ruolo di un cowboy malato di AIDS. La cosa che mi rende più felice è l’aver visto McConaughey abbracciare DiCaprio prima di salire a ritirare il premio. Nulla di più bello che vedere due colleghi, due amici manifestare il proprio affetto in circostanze simili…
E infine, arriva Will Smith a presentare il premio come miglior film a “12 anni schiavo”, assegnando gli Oscar ai produttori del film, tra cui Brad Pitt (che vi ha anche recitato) e Steve McQueen (anche regista del film).
Nessun premio per “American Hustle”, “Nebraska”, “Philomena”, “Captain Phillips” e per “The Wolf of Wall Street”, ma non è il caso di parlare dei grandi esclusi, anche perché vi sono molti elementi della serata ad avermi colpito: le coreografie dei numeri musicali, la contagiosa comicità e le battutine rapide di Ellen DeGeneres (per esempio dice a Jonah Hill <<Tu hai mostrato in “The Wolf of Wall Street” qualcosa che non vedo da qualche anno…>>, alludendo ai suoi genitali, per poi andargli vicino e dirgli <<No, no, non lo voglio vedere!>>), la soddisfazione di vedere l’Italia vincere l’Oscar dopo 15 anni.
La cerimonia finisce alle 6 del mattino (ora italiana) e per me, giunge finalmente l’ora di dormire. Quindi, buonanotte (o buongiorno? Vabbé, fate voi) a tutti quelli che, cercando qualche notizia o qualche informazione su film e cinema, si vogliono rivolgere a me (ogni riferimento al professor Gugliotta è puramente casuale).
Alla prossima!


Alessio Caprara

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