Finalmente, dopo varie peripezie e un fiume di compiti in
classe, è arrivato il giorno della partenza per Parigi. Tutto sembrava
perfetto: si prospettavano 3 giorni di sole, l’hotel non era niente male,
nonostante qualche giudizio negativo sul sito, ed eravamo tutti al settimo
cielo. Il primo giorno il sole splendeva e Parigi sembrava più bella che mai.
Abbiamo percorso i viali principali, arrivando all’Île de la Cité,
dove ci aspettava la meravigliosa Notre Dame, che si ergeva maestosa
rispecchiandosi nella Senna (anche se, in effetti, me l’aspettavo molto più
grande). Una mezz'ora per pranzare e poi via di nuovo sul pullman, verso la tour
Effeil, illuminata da quel sole invernale. La giornata, scivolata via
velocemente, si è conclusa con una passeggiata fino a Montmartre; certo, non
proprio una passeggiatina, ma c’era una tale tranquillità e bellezza, nel
panorama di Parigi, che sembrava di essere fuori dal mondo e dal trambusto del
vicino quartiere di Pigalle.
Insomma, nonostante
già non sentissimo più i piedi, la giornata era trascorsa meravigliosamente e
già facevamo progetti per i giorni seguenti. Non ci saremmo mai aspettati nulla
di ciò che accadde il secondo giorno.
Dopo la visita
mattutina del Louvre siamo tornati in
hotel, dove ci aspettava una bella denuncia da parte di ignoti.
Perché? La prima notte c’erano stati alcuni ospiti che si erano
lamentati dei rumori e avevano deciso di andarsene. Dunque l’hotel, dopo aver
segnalato tre delle nostre stanze per “schiamazzi notturni” (due delle quali
erano vuote) si è preso il permesso di prelevare dalla caparra ben 400 euro,
per essere risarcito dei danni da noi creati. Inutile la reazione delle
professoresse, basite e sconvolte da questa denuncia, le quali hanno cercato
più volte di far ragionare il personale dell’hotel, che invece ha deciso di
sporgere denuncia e di contattare la nostra preside attraverso l’agenzia. Non
ci è rimasto altro da fare che accettare la situazione e non domandare altro,
nonostante fosse ovvio che ci avevano derubato sotto il nostro naso. I giorni
rimanenti sono scivolati via, fra corse per riuscire a prendere l’ultima metro,
francesi arroganti che si rifiutavano di darci qualsiasi informazione,
passeggiate lungo gli Champs Élysées, un sogno che si avvera, e visite al museo
d’Orsay e Versailles.
Nonostante fossimo partiti prevenuti, conoscendo l’astio dei francesi
nei nostri confronti, mai avremmo pensato a una cosa simile; essere trattati in
questo modo dall’hotel in cui si alloggia è il colmo! È stato comunque un bel
campo scuola, siamo tornati stanchi, un po’ amareggiati, ma meravigliati da una
delle città più belle del mondo.
Francesca Risi, II C
Francesca Risi, II C
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