venerdì 18 maggio 2012

Cicerone a Parigi, parte II

Finalmente, dopo varie peripezie e un fiume di compiti in classe, è arrivato il giorno della partenza per Parigi. Tutto sembrava perfetto: si prospettavano 3 giorni di sole, l’hotel non era niente male, nonostante qualche giudizio negativo sul sito, ed eravamo tutti al settimo cielo. Il primo giorno il sole splendeva e Parigi sembrava più bella che mai. Abbiamo percorso i viali principali, arrivando all’Île de la Cité, dove ci aspettava la meravigliosa Notre Dame, che si ergeva maestosa rispecchiandosi nella Senna (anche se, in effetti, me l’aspettavo molto più grande). Una mezz'ora per pranzare e poi via di nuovo sul pullman, verso la tour Effeil, illuminata da quel sole invernale. La giornata, scivolata via velocemente, si è conclusa con una passeggiata fino a Montmartre; certo, non proprio una passeggiatina, ma c’era una tale tranquillità e bellezza, nel panorama di Parigi, che sembrava di essere fuori dal mondo e dal trambusto del vicino quartiere di Pigalle.
Insomma, nonostante già non sentissimo più i piedi, la giornata era trascorsa meravigliosamente e già facevamo progetti per i giorni seguenti. Non ci saremmo mai aspettati nulla di ciò che accadde il secondo giorno.
Dopo la visita mattutina del Louvre siamo tornati in hotel, dove ci aspettava una bella denuncia da parte di ignoti.
Perché? La prima notte c’erano stati alcuni ospiti che si erano lamentati dei rumori e avevano deciso di andarsene. Dunque l’hotel, dopo aver segnalato tre delle nostre stanze per “schiamazzi notturni” (due delle quali erano vuote) si è preso il permesso di prelevare dalla caparra ben 400 euro, per essere risarcito dei danni da noi creati. Inutile la reazione delle professoresse, basite e sconvolte da questa denuncia, le quali hanno cercato più volte di far ragionare il personale dell’hotel, che invece ha deciso di sporgere denuncia e di contattare la nostra preside attraverso l’agenzia. Non ci è rimasto altro da fare che accettare la situazione e non domandare altro, nonostante fosse ovvio che ci avevano derubato sotto il nostro naso. I giorni rimanenti sono scivolati via, fra corse per riuscire a prendere l’ultima metro, francesi arroganti che si rifiutavano di darci qualsiasi informazione, passeggiate lungo gli Champs Élysées, un sogno che si avvera, e visite al museo d’Orsay e Versailles.
Nonostante fossimo partiti prevenuti, conoscendo l’astio dei francesi nei nostri confronti, mai avremmo pensato a una cosa simile; essere trattati in questo modo dall’hotel in cui si alloggia è il colmo! È stato comunque un bel campo scuola, siamo tornati stanchi, un po’ amareggiati, ma meravigliati da una delle città più belle del mondo.

Francesca Risi, II C

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