martedì 7 febbraio 2012

Seconda stella a destra, questo è...il futuro.

C’è una strana atmosfera in giro per il mondo, un rivolo di aria viziata che accomuna piazza Tahrir, gli Indignados, la crisi economica, il problema iraniano, le proteste dei lavoratori, piazza Syntagma , MEGAVIDEO e molto, molto altro ancora. Sono davvero anni carichi questi primi 12 del 2000 e gli ultimi mesi lo sono stati anche di più, tanto che i numerosi canali di news 24 ore su 24 di certo non hanno sofferto per la mancanza di scoops. Leggendo i giornali e vivendo un po’ questa realtà non si può che rimanere perplessi, volendo usare un eufemismo, e scoraggiarsi, soprattutto se si è giovani, soprattutto se si è sui banchi di scuola, soprattutto se si è in un liceo a studiare e in quelle mura si coltivano i sogni per il futuro. Sembra quasi strano oggi pronunciarla la parola “futuro”, perché sembra proprio che il futuro sia poco importante, oscurato da un presente ingombrante, scomodo, che permette di spostare lo sguardo soltanto al “domani” e non più in là, non all’orizzonte, non al “futuro”. È triste dire questo, ma purtroppo è vero, oggi si sta sacrificando il futuro e si fanno solo manovre politiche ed economiche conil fine di salvare il presente e allora vengono tagliati i fondi alle scuole, alle università e ai ricercatori (la ricordiamo tutti molto bene la cara Gelmini), la cultura diventa qualcosa di secondario e trascurabile (Pompei e Colosseo docent), e il problema ambientale da sempre boicottato e minimizzato diventa fondamentale solo quando si tratta di raccimolare qualche pugno di voti alla vigilia delle elezioni . Beh d’altronde credo che non si possa biasimare questo comportamento, che adesso come adesso è necessario per garantire la sopravvivenza dell’Europa e dello stile di vita a cui siamo abituati, ma ogni tanto mi fermo a pensare a tutto questo e mi chiedo: ma allora qual è il nostro scopo se il futuro non ha importanza?
Ho provato a darmi una risposta, e ho pensato che se la generazione attualmente al comando sarà quella che rimetterà bene o male in piedi la baracca, allora la sfida della nostra generazione sarà quella di fare di questa baracca una casa. Chi può dirsi davvero soddisfatto di questo mondo? Basti pensare al dramma dei lavoratori sfruttati in nero, a tutte le proteste delle classi operaie che in questi anni hanno riempito le piazze più importanti del mondo, per non parlare del dramma di tutte quelle guerre che si combattono per i combustibili fossili per capire che non si può di certo chiudere un occhio,e neanche tutti e due,di fronte a questi fatti. Tocca a noi costruire una civiltà dove i diritti umani appartengano a tutti e dove le parole libertè ,egalitè e fraternitè non abbiano lo stesso valore di qualche volgarità scritta sulla porta di una latrina,dove il muro non sia caduto solo a Berlino ma dove ci siano nella mente di ognuno dieci,cento 1989 e dove finalmente si capisca che è inutile continuare a speculare sulle risorse del nostro pianeta,come le foresta amazzonica,poiché in questa civiltà ideale sarà chiaro a tutti che se guadagno un miliardo al mese o se vivo con mezzo dollaro al giorno mi trovo sempre sotto questo cielo e appartengo al genere umano.A noi spetterà il compito di costruire un mondo in cui l’Aparthaid non è finito solo legalmente ma anche ideologicamente, dove le differze di opportunità tra sessi sono solo un dato inserito in qualche manuale di scolastico di storia, noi dovremmo trasformare i diritti che oggi sono soltanto belle poesie di intellettuali illuminati in realtà. A ben pensare allora la nostra generazione sembra proprio che avrà un mucchio di “lavoro” alla fine, altro che disoccupati, ma chissà se saremo in grado di fare tutto questo. Beh, leggendo un po’ in giro ho scoperto che qualcuno, un certo Robert Laughlin, premio Nobel per la Fisica nel 1998, ha pubblicato un saggio “Powering the Future” in cui parla proprio del futuro e dice che già oggi i ricercatori hanno inventato panelli solari che, sfruttano un particolare sale, hanno un rendimento energetico di molto migliore di quelli attuali, che sono stati inventati sistemi per sfruttare le impetuose correnti d’alta quota che soffiano a più di 1 km da terra a una velocità costante maggiore di 160 km/h (i Kite Wind Generetor) e addirittura che è stato trovato un modo per coltivare nei deserti e sotto la superficie del mare. Facendo tutto ciò si andrebbe a eliminare il primo veleno della società, il petrolio e allora non ci sarebbe più bisogno di nessuna “missione di pace” , non ci sarebbe più nessun Gheddafi, non ci sarebbe più nemmeno sfruttamento, perché ogni nazione potrebbe produrre in loco tutta l’energia di cui ha bisogno e coltivare i generi alimentari di prima necessità, garantendo servizi primari a basso costo a tutti, dal politico europeo al bracciante africano. Tutto ciò porterebbe ad una rivoluzione enorme, in cui gli equilibri di potere sarebbero spostati e stravolti, e, si sa, gli uomini gradiscono poco i cambiamenti radicali, e ancor più non li gradiscono i potenti, quelli che oggi governano. Allora la sfida della nostra generazione sarà quella di distruggere un sistema che da troppi anni presenta falle e gravi carenze, noi dovremmo ricominciare da capo e costruire un mondo inedito, nuovo, senza più lobby. Questa è la nostra sfida,e ricordiamoci sempre che nelle nostre mani,in quelle dei giovani della Primavera araba e in quelle dei vari “bamboccioni”o “falliti “di turno passeranno le sorti del pianeta e dell’ umanità;perciò non lasciate che siano i nostri politici a giudicarci,primo perchè non siamo stati noi a portare il mondo sull’ orlo di un precipizio e secondo perche solo i posteri hanno diritto ad un’ ardua sentenza”.Concludendo se i vostri sogni vi sembrano impossibili da realizzare ricordate:”Chi ci ha già rinunciato e vi ridi alle spalle forse è ancora più pazzo di voi”.

Simone Caliò
Alessandro Montesi

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